lunedì 11 novembre 2013

[ Space Quest 9 ] Nuova Energia 2

Non mangiava e non dormiva. Stava semplicemente rannicchiata in un angolo con gli occhi sbarrati. Fissava qualcosa nell'aria che solo lei poteva vedere .
Deciso a fare un ultimo tentativo nell'avvicinarla e comunicare, Mekx aveva raggiunto la stanza in cui lei stessa si era rinchiusa. 
Durante il tragitto per i luminosi corridoi della nave aveva iniziato a rimuginare su una strategia psicologica. Per quanto ne sapeva lui, poteva essere tutto inutile. Per esempio la ragazza poteva essere nata su un pianeta diverso dalla Terra senza impararne la lingua mondiale. Questa volta avrebbe potuto cercare di comportarsi da pari e così procedette.
Si sedette per terra accanto a lei e iniziò a guardare nella sua stessa direzione.
Passò quasi mezz'ora senza che lui emettesse suono e nemmeno lei fu da meno. Rimasero tutt'e due immobili fino a che Mekx prese la parola.
   « Sai, anche a me piace stare solo con me stesso ogni tanto. Di solito spendo le luci del mio alloggio e medito. Penso alla mia vecchia casa sulla Terra e mi chiedo se esista ancora o se i Nebrikt l'abbiano spazzata via. Aveva un giardino sai? E avevamo un cane: Inu. Lo amavo più di ogni altra cosa, anche se faceva sempre la cacca sullo zerbino al posto che sull'enorme prato che aveva a disposizione. »
   « In quei momenti pensierosi la tristezza rallenta i miei battiti quasi fino a fermarli del tutto e posso stare chiuso in me stesso per giorni. In questi giorni però non mi capita più e sai perché? » a quel punto Mekx girò la testa per guardare il viso della ragazza. « A causa tua. Il solo fatto che esisti mi dà una speranza che non ho mai provato prima. Spero ti riprenderai presto perché, sai, tu ci porterai sulla strada giusta, ne sono sicuro. »
A quel punto successe qualcosa che Mekx non avrebbe mai sperato. La ragazza si girò a incontrare il suo sguardo e con i suoi intensi occhi azzurro-violaciei ricordava una nebulosa. Lei spostò allora una mano andando a stringerne una di Mekx.
Si scambiarono un lungo sguardo e lui capì che sarebbe solo dovuto essere paziente e un giorno si sarebbe ripresa con le sue stesse forze.

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