Non più disturbati dagli attacchi del nemico, la Seeker si avvicinava alla superficie del planetoide senza essere vista.
Erano riusciti finalmente comunicare con Mekx che, senza dilungarsi troppo, gli aveva dato le coordinate del randez vous e gli aveva detto di tenere pronto un raggio traente.
Arden era furioso. Al momento l'unica motivazione che lo spingeva a recuperare il fratello era quella di poterlo strozzare con le sue mani. Immaginava già i suoi occhi strabuzzati e il suo disperato tentativo di liberarsi dalla morsa.
« Siamo alle coordinate » disse il navigatore.
« Datemi una visuale della superficie »
Uno schermo si illuminò davanti a tutte le consolle. Mostrava un paesaggio roccioso e molto dissestato. Poteva quasi sembrare la Luna terrestre se non fosse per piccoli dettagli, come ad esempio la conformazione e il colore della roccia.
Esattamente alle coordinate comunicate da Mekx si vedeva una grande cupola di artiglass. Arden la conosceva bene. L'aveva studiata a lungo durante la preparazione del piano per appropriarsi del modulo di teletrasporto dei Nebrikt.
« Pronti con il raggio tranente » comandò.
L'attesa si fece snervante. I minuti passarono lenti senza che nulla accadesse. Il capitano iniziò a temere per il peggio quando qualcosa attirò la sua attenzione: l'immagine della superficie che il monitor proiettava iniziava a sfocarsi e diventava difficile distinguere i contorni.
« Voglio un'analisi di primo grado dei sensori esterni. »
« Signore, non rilevo anomalie, i sensori sono perfettamente funzionanti. »
« E allora cosa sta disturbando le nostre immagini? »
« Sembra sia una nube di qualche tipo. » rispose Thella, la responsabile delle operazioni dalla pelle blu.
« Come possono esserci delle nubi se non c'è atmosfera, me lo spiega? »
La sala si ammutolì. Erano ovviamente tutti d'accordo col capitano e non riuscivano a spiegarsi nemmeno loro il fenomeno a cui stavano assistendo.
Improvvisamente la nave venne scossa da una vibrazione. I sistemi rilevavano un'esplosione avvenuta sulla superficie: la cupola era in frantumi.
« I dati sono confusi signore ma ho dei segni vitali che schizzano fuori dalla base Nebrikt. »
Arden capì allora qual era il piano del fratello. Distruggendo la cupola avrebbe sfruttato lo sbalzo che ne sarebbe conseguito per gettarsi nello spazio aperto e con un raggio traente sarebbe stato possibile recuperarlo. Era una fortuna che i due potessero capirsi così a fondo con così poche parole.
« Attivare raggio traente e aprire portello della stiva di carico. »
In pochi attimi il portellone fu chiuso e il raggio traente spento. Il recupero era terminato con successo.
« Signore, ho dei dati strani sulla stiva di carico. »
« Mio fratello è sempre stato strano, è normale. »
« No signore, è qualcos'altro. I segni vitali all'interno della stanza appartengono a due umanoidi. Per la precisione sono due esseri umani. »
Ancora una volta il silenzio gravò sul ponte di comando. Le nocche di Arden erano sbiancate a causa della forza con cui stava stringendo la ringhiera di una delle rampe che portavano alle console e la sua faccia era stata impossessata dal terrore.
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